Dopo che mi sono messa in pari con le ricette, con il generatore automatico di ricette creative, oggi mi metto in pari anche con le recensioni di locali.
Secondo i miei calcoli, con questo generatore e le sue 23.876.907.765 combinazioni dovrei stare a posto sino al 2034. Peraltro, per allora i blog saranno distribuiti con onde sub-eta direttamente nell’area del cervello deputata alle opinioni temporanee, quindi potrei pure sbilanciarmi con un bel per sempre.
Come sempre, da queste parti, si fa per celiare!
Fate refresh se ne volete un’altra.
C’era una volta la pappa al pomodoro. Lo chef aspira a una cucina hi-tech e sensoriale, che sottende, invece, la sua insistenza sul brodo di funghi shitake, con risultati a tratti mistici. Il servizio è complice con rari episodi di scortesia. L’ambiente è del genere elegante–raffinato con bizzarri finestroni in silicone espanso disegnati dal noto studio architettonico specializzato in archeologia urbana. Nel complesso, il locale dovrebbe cercare di mettere più fiori freschi in tavola, se desidera costruirsi un riconoscimento più trendy. |